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Notizie dai missionari

Fede e speranza, fonte di energie per la missione in Ecuador

Il missionario don Giuliano Vallotto non va in pensione nemmeno a 80 anni e in occasione della Pasqua 2024 ci invia questa testimonianza:

Caro Silvano,

                          Mi domandi una testimonianza sulla missione che sto vivendo oggi in Ecuador.  Incomincerò da quello che NON sto facendo. Intanto non è la stessa cosa fare missione e viverla a 30, a 50 o a 80 anni, quando le energie diminuiscono abbastanza rapidamente e, forse, una certa saggezza di vita incomincia ad accumularsi. Però, se siamo longevi come "alberi piantati lungo corsi d'acqua", abbiamo ancora la possibilità e il dovere di "portare ancora frutti" , senza lasciarsi appassire.

  Ora non ho più dirette responsabilità della cosiddetta " organizzazione pastorale ".  Collaboro con la parrocchia dentro la quale vivo nelle iniziative che mi sembrano più corrispondenti al Vangelo e alle necessità dei poveri.

  Celebro l’Eucaristia evitando di moltiplicare le messe e rifuggendo categoricamente dalle messe cosiddette "private", che è un orribile costume di qui. Confesso e impartisco l’estrema unzione come mai mi era successo prima. Spesso mi succede di commuovermi quando assisto alla benedizione di un padre o di una madre ai suoi figli inginocchiati davanti a loro che domandano il perdono e la loro benedizione prima di partire per sempre. Questa è la " pastorale ordinaria " con la quale mi sento convintamente di collaborare.

  In altre cose che sono, invece, di mia scelta mi sento ancora attivo e responsabile e mi pare che siano considerate marginali dai miei colleghi preti locali. Te ne faccio una brevissima lista.

  Nella parrocchia di periferia di città dove vivo cerco di seguire alcuni giovani in difficoltà. Alcuni di loro sono considerati scapestrati altri hanno difficoltà a realizzare i loro sogni di studio. Altri, quando si innamorano, trovano il gusto di continuare a frequentarmi insieme con il /la partner. Non credere che siano moltissimi, però c’è sempre qualcuno. Questa è una società in cui per lo più il padre è assente e, forse, cercano un padre.

  Insieme con Gabriel, un laico generosissimo non di soldi che non ne ha molti ma di disponibilità, cerchiamo di essere presenti alle necessità dei più poveri. Devo dire che Gabriel è bravissimo a entrare in contatto (.....ha fiuto!) con le persone che hanno bisogno e  di distinguere tra queste e chi ha fatto della elemosina una professione.

  Mi occupo dell' assistenza spirituale della "FONDAZIONE TIERRA NUEVA", una realtà fondata da P. Carollo ,ma autonoma nella gestione laicale, che ha un ospedale, 2 scuole materne, un centro medico che offre diversi servizi a ragazzi/e e giovani con handicap, anziani e persone con problemi di droga e di disadattamento sociale. Direi che nel tempo che vivo in città questo è il mio campo principale di impegno.

  Dal 2016, poi, in seguito al terremoto continuo a occuparmi del centro abitativo che abbiamo creato in seguito del terremoto nel territorio di Muisne che mi richiede 7 ore di viaggio di andata e altrettante di ritorno.

  Nelle 50 case costruite con il relativo appezzamento di mezzo ettaro di terreno avevamo raccolto famiglie che avevano subito delle gravi perdite a causa del terremoto e alcune di esse sicuramente potevano essere considerate disastrate sotto molti punti di vista anche prima del terremoto. Non erano solamente "gente povera" , erano "povera gente" umanamente e spiritualmente. Non tutti erano cattolici, fra di loro ci fu posto anche per un buon gruppo di evangelici.

  Si è "fatto" molto, moltissimo in questi 8 anni, ma il lavoro umano e spirituale continua ad essere una sfida.

  Fra di loro ci sono i giovani e , qualcuno di questi , potrebbe essere considerato anche un pezzo da galera, soprattutto tra quelli nati e cresciuti in ambienti famigliari disastrati.  Con loro tento di evitare che alcuni a rischio cadano nella rete delle bande criminali che reclutano adepti tra i giovani in difficoltà.

  Considero una conquista il fatto che tra di loro ci sia una parte che non cede alle lusinghe offertegli dalle bande  e che ha scelto di emigrare in cerca di lavoro in altre zone dell' Ecuador. Una decina di loro Si sono trasferiti a un grosso centro produttivo del paese, CAYAMBE, dove si lavora per la coltivazione e la esportazione di fiori in Europa e specialmente in Russia.

  Questo sta diventando il terzo luogo di interesse e di visita da parte mia anche perché nei pressi di Cayambe vive una piccola comunità di suore indigene, sia di provenienza che di forme di vita totalmente indigene, tondate dal grande vescovo degli indigeni, MONS. PROAÑO,  morto più di 30 anni fa e assistite fino a una quindicina di anni fa  da un grande prete bellunese tuttora vivente, DON GIUSEPPE PEDANDOLA.

In quella zona lavora anche una "fidei donum" di Treviso, DANIELA ANDRISANO,  che vive tra la gente e come la gente, cercando di sostenere  una fondazione che si occupa di bambini figli di famiglie con problemi.

 Non posso vantare molti risultati, ma molta felicità sì, mescolata con molte angustie.  Ciò che in questi anni mi sta angustiando è se tutto ciò che è stato fatto abbia contribuito a costruire il "REGNO DI DIO" .

  Vedo tanto interesse egoista e meschino; vedo lo slittamento di molti giovani verso forme di vita umanamente e spiritualmente discutibili; vedo situazioni ed esplosioni di violenza che suscitano altrettanti atteggiamenti di vendetta...

  E vedo una chiesa molto spesso autoreferenziale che potrebbe continuare ad organizzarsi e ad attuare come "società perfetta" (per ricordare una vecchia espressione di prima del Concilio) in una società imperfetta come quella ecuadoriana, ANCHE SENZA GESÙ.

La conoscenza disincantata che ti "offre"  la vecchiaia potrebbe tendere una trappola all'entusiasmo e paralizzare le energie,  e, allora, NASCE LA FEDE E SI INVOCA LA VIRTÙ TEOLOGALE DELLA SPERANZA, I DUE " MOTORI DI RISERVA " per continuare ad agire con convinzione e con passione, affidando al futuro la crescita dei semi che porteranno frutti anche in nostra assenza.

 Ciao, a presto!